I fundraiser in Italia: alcune riflessioni
In questo post, uscirò dagli schemi classici dei miei interventi.
Ho pensato di riportare alcune riflessioni sul nostro lavoro fatte tempo fa con dei colleghi (alcuni con decenni di esperienza alle spalle). Elenco una serie di semplici pensieri sparsi.
a) Non è facile poter dire quanti siamo in Italia, tantomeno trovare un’unica definizione di fundraiser. Qualcuno ci divide in consulenti in fund raising e fundraiser. Alla fine e a conti fatti, a me pare una definizione difficile da mettere insieme perché c’è chi è entrambe le cose. Termini a parte, quello che notavamo tutti con amarezza è una divisione e una solitudine di fondo tra chi lavora nel settore. Lo stare insieme e il condividere può dare valore aggiunto a qualsiasi attività lavorativa. Ancora di più alla nostra. Mi dicono che non dobbiamo essere “eroi solitari” ed io concordo, ma poi nella pratica non è così. Notavamo che troppo spesso la furia nel lavoro è finalizzata al solo guadagno, dimenticando il resto. Uno dei decani del fundraising in Italia mi diceva che nessuno chiede più consigli, che si evita il confronto limitandosi spesso al “copia e incolla”.
b) Abbiamo poi discusso di associazioni di categoria e di associazioni tra professionisti. Mi dicono che le associazioni tra professionisti sono utili solo quando hanno riconoscimenti forti, fanno lobby, hanno numeri importanti da vendere, hanno tante tessere. Noi fundraiser siamo quattro gatti, ma questo non vuol dire che dobbiamo restare al palo. Parlando di associazioni di categoria, qualcuno ha sostenuto che gli Ordini Professionali sono inutili. Potrà essere anche vero, ma di sicuro hanno alcune funzioni che tanto inutili non mi sembrano. Certo, se non si vive di libera professione, le Associazioni di Categoria sembreranno sempre inutili.
c) In Italia i fundraiser non hanno molte occasioni per incontrarsi, per confrontarsi e parlare di argomenti legati alla professione e alla sua funzione. Ci vorrebbe una sorta di “tavola rotonda nazionale sul fundraiser” per capire dove andiamo e soprattutto quale funzione la società ci riconosce. Una giornata per discutere non tanto del fund raising ma del fundraiser e di quello che vuole e potrà fare da grande. La crisi si è fatta sentire e si sente ancora anche nel nostro settore e sicuramente i fundraiser liberi professionisti sono quelli che l’hanno sentita di più…Per questo, abbiamo tutti convenuto su un concetto: se al Non Profit o al Terzo Settore non si spiega il fund raising e il fundraiser, non avremo futuro.
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