Musei, cultura e fund raising
Riporto dal Corriere della Sera online del 12 novembre 2010, parte di un articolo a firma di Rita Celi.
“Musei chiusi per protesta contro i tagli del governo. Dopo i lavoratori del cinema, che hanno occupato simbolicamente la passerella del Festival di Roma, sono gli spazi dedicati all’arte e alla cultura a mobilitarsi con un’iniziativa senza precedenti contro la manovra del governo. Venerdì 12 novembre centinaia di monumenti, sedi espositivi, biblioteche, aree archeologiche, luoghi di spettacolo, da Roma a Torino, da Venezia a Bari, in decine di città e comuni, chiuderanno i battenti o metteranno in atto altre iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica sugli effetti della finanziaria sul settore culturale. La mobilitazione nazionale, Porte chiuse, luci accese sulla cultura è stata annunciata oggi all’Auditorium parco della Musica di Roma, dai promotori Federculture e Anci , Associazione nazionale Comuni italiani, con il sostegno del Fai , Fondo ambiente italiano.
L’iniziativa sta crescendo e sta registrando sostegno senza distinzione di segno politico, sottolineano i promotori. La protesta è contro la legge 122/2010, la cosiddetta “manovra anticrisi”, in particolare sono “incriminati” l’articolo 6 comma 5, relativo alla “riduzione numero componenti organi di amministrazioni e collegiali”, comma 8 “limitazione delle spese per mostre e pubblicità al 20 per cento rispetto al 2009“, comma 9 “soppressione delle spese per sponsorizzazioni” ”
Cosa dice il comma 9: A decorrere dall’anno 2011 le amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) ai sensi del comma 3 dell’articolo 1 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, incluse le autorità indipendenti, non possono effettuare spese per sponsorizzazioni. (Questo vuol dire che gli enti pubblici non possono fare da sponsor ma posso essere sponsorizzati.)
“La mobilitazione non è solo contro i tagli, comunque molto consistenti: 280 milioni tra quelli diretti al ministero dei Beni e le attività culturali, decurtamento del Fus (Fondo unico per lo spettacolo) e dei trasferimenti statali agli enti culturali, cui si aggiungono le riduzioni a carico delle amministrazioni locali, che potrebbero essere di circa 800 milioni di euro nel prossimo biennio. Si contestano soprattutto norme “che potrebbero avere conseguenze disastrose sul sistema culturale italiano” aggiunge il presidente di Federculture”.
Penso che oltre alle giuste lamentele, sarebbe interessante discutere di proposte e di misure alternative. Nessuno propone soluzioni…
Domanda: quanti musei in Italia fanno fund raising? Pochissimi e in maniera parziale e spesso insufficiente. Quanti sanno cos’è il fund raising museale? Quanti parchi archeologici fanno fund raising?
Ci sarebbe molto da fare, meno da dire e molto da raccogliere.
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