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FUNDRAISING: INVERNO FREDDO, COPERTA CORTA

Sul sito web del Centro Servizi al Volontariato del Lazio CESV SPES, www.volontariato.lazio.it,  è possibile leggere l’intervista che la giornalista Chiara Castri mi ha fatto per il periodico RETI SOLIDALI.

http://www.volontariato.lazio.it/documentazione/documenti/43084308RetiSolidali_6_2010_FundraisingInvernoFreddoCopertaCorta.pdf

Ne riporto uno stralcio:

Qual è la situazione del Centro-Sud Italia? È più difficile fare fundraising?

«Su 10 richieste di consulenza, 4 arrivano dal Nord, 3 dal Centro e 3 dal Sud. Volendo fare una classifica rispetto al Sud, le richieste arrivano da: Puglia, Campania, Sicilia, Molise, Calabria e Basilicata. Il 90% di quelle che provengono dal Lazio riguardano Roma. Fare fundraising in Italia è difficile, ancor più nel Centro-Sud. Molti sono convinti che il fundraiser debba essere ricompensato “a percentuale”, ricevere una “mancia” su quanto raccolto. Il fundraising, per fortuna, è molto altro. La sponsorizzazione è solo una delle tante tecniche. Il mio obiettivo è fidelizzare il donatore, portarlo da occasionale a periodico».

Quali sono le peculiarità del Lazio?

«In Lazio ci sono molte realtà del non profit con enormi potenzialità, ma il fundraising è poco conosciuto o c’è diffidenza, oppure si crede erroneamente che una consulenza possa costare molto e rendere poco. Occorre parlarne molto di più, chiarire che il fundraising non consiste solo nella raccolta di fondi. Si tratta di un’operazione anche culturale. Prendiamo Roma: quante sono le associazioni che partecipano ai corsi sul fundraising? La percentuale è minima. Ci sono corsi organizzati dai Csv, ma quanti sono quelli che partecipano? E poi non bisogna pensare il fundraising solo legato alle associazioni di volontariato, ma anche ad altre istituzioni come università, ospedali, scuole, asili, cooperative e perfino partiti politici».”

Ringrazio la dott.ssa Castri per la sua cortesia.

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