Finanziamenti ai partiti: ma a chi serve il fundraising?
I finanziamenti dei partiti sono stati dimezzati ma è stato reintrodotto il concetto di finanziamento pubblico cancellato da un referendum. L’Aula di Montecitorio ha approvato la riduzione dagli attuali 182 milioni a circa a 91 milioni per il 2012. La decisione, però, riguarda i rimborsi dell’anno in corso: nessun taglio per l’ultima tranche del 2011.
L’articolo 1 della legge sul Finanziamento dei partiti è stato testo approvato con 372 sì, 97 no e 17 astenuti, prevede che i contributi siano ridotti a 91 milioni l’anno il 70% dei quali, pari a 63.700.000 euro, viene corrisposto come rimborso delle spese per le consultazioni elettorali e per l’attività politica. Il restante 30%, cioè 27.300.000 euro, viene erogato a titolo di cofinanziamento. Resta intatto il meccanismo dei rimborsi.
Quote Rosa:, la norma prevede la decurtazione del 5% dei finanziamenti a quei partiti che non garantiscano un’adeguata rappresentanza di donne in lista.
E’ poi passato l’articolo 2 sui contributi privati. I sì sono stati 410, 100 i no e 111 gli astenuti. Il testo stabilisce un contributo annuo – volto a finanziare l’attività politica – pari a 0,50 euro per ogni euro che i partiti abbiano ricevuto a titolo di quote associative e di contribuzioni annuali. Per il calcolo del contributo viene stabilito il limite massimo di 10mila euro per quota.
L’Assemblea ha poi approvato l’emendamento in base al quale l’erogazione dei rimborsi sia condizionata all’esistenza di uno Statuto nel partito che richiederà i finanziamenti.
Fundraising in politica vuol dire partecipazione democratica allo stato massimo. “Finanzio le tue idee, i tuoi progetti, le tue battaglie e quindi ti voterò”. Peccato che quasi nessuno in Italia lo abbia capito. Perché preoccuparsi di quanto costa mangiarsi una pizza, se la pizza è gratis perché paga il fesso del tavolo accanto?
Se i partiti presenti all’interno del Parlamento italiano si sono assicurati, ancora una volta, una copertura finanziaria vita natural durante, così non sarà per chi invece vorrà tentare la strada della politica partendo da zero. A questi servirà il fundraising.
Ma non solo! Per esempio, il fundraising oggi è fondamentale per chi vuole sostenere i costi gestionali della propria sede (spesso ci si limita all’autotassazione….), del proprio movimento locale, della piccola lista civica, per chi deve organizzare una marcia, un evento, una campagna elettorale…
Il fundraising è il punto di partenza per chi vuole rendere i propri sostenitori davvero (e finalmente) parte attiva del proprio messaggio politico.
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