Donare fondi per una campagna elettorale. Corretto o sbagliato?
Alle ultime elezioni comunali, un neo sindaco ha dichiarato: “la nostra campagna elettorale è costata appena 8.000 euro, i nostri avversari hanno speso più di 150.000 euro e hanno perso!”.
Io non ci trovo alcun merito o demerito nell’aver speso solo 8.000 euro (ammesso che sia possibile spendere così poco per una campagna elettorale per l’elezione a sindaco di una città con oltre 100.000 abitanti) e nessun particolare demerito o merito nell’aver speso 150.000 euro. L’importante è non sprecarli, specialmente se sono donazioni.
Seguendo il ragionamento del neo sindaco, Barack Obama, che arriva a raccogliere centinaia di milioni di dollari, dovrebbe essere messo all’indice. Perché?
Non credo assolutamente che donare fondi per una campagna elettorale debba essere considerato uno spreco, anzi, è l’indice più puro di partecipazione del cittadino.
Caro Raffaele mi trovi totalmente d’accordo. Questo “pauperismo” bagnato di moralismo rispetto alle raccolte fondi è intollerabile. I soldi servono e devono essere utilizzati correttamente (questa è semmai la questione).
buon lavoro
Barbara
Cara Barbara, grazie per il tuo commento. Il problema è anche di ordine culturale. Le persone confondono la raccolta fondi con il fundraising. Prendono soldi e “si dimenticano” di raccontare ai propri donatori come li hanno spesi. Ormai il cittadino è abiutato..abituato male!
Nessuno deve chiedere la carità ma solo sostegno consapevole.
Adesso, con il terremoto dell’Emilia e la raccolta fondi attraverso l’SMS della Protezione Civile, voglio proprio vedere come andrà a finire. Rendiconteranno tutto? Spenderanno i fondi in maniera oculata? Si ricorderanno di dire ai donatori come hanno speso i loro soldi. Non vorrei che finisse come con Missione Arcobaleno….
A presto
Raffaele
Ecco Raffaele, hai utilizzato il termine giusto e che mi piace davvero molto: sostegno consapevole.
Altro non aggiungerei se non dire che con me sfondi una porta aperta. Anzi, un portone.
A presto!
Ciao Elena, credo che una sorta di “sostegno informato” sia da rendere obbligatorio proprio per creare uno spartiacque tra chi raccoglie fondi e chi raccoglie fondi in maniera professionale.