Fundraising e Carceri: come possiamo davvero essere utili
Speso mi capita di dover organizzare eventi per raccogliere fondi: cene, pranzi, giornate di piazza, ecc. e come sarà capitato a tanti colleghi, cerco sempre un gadget particolare da donare ai partecipanti. Qualcosa di utile, buono (se è cibo), magari di insolito o di tipico.
Qualche giorno fa, durante una consulenza, alcuni clienti mi parlano del progetto “prodotti dal carcere” e così, dopo poco, comincio a navigare sul sito web del Ministero della Giustizia (www.giustizia.it). L’iniziativa “prodotti dal carcere” ha interessato, ad oggi, oltre 35 istituti penitenziari, divisi tra case circondariali e case di reclusione e l’ospedale psichiatrico giudiziale di Barcellona Pozzo di Gotto (ME).
Le pagine del sito del Ministero non sono sicuramente accattivanti, ma mi si è aperto un mondo nuovo. Ho scoperto che sono tantissimi e diversificati i prodotti realizzati dai detenuti: vino, miele, profumi, biscotti, pane, tavoli, sedie, mobili e oggetti di design, ben fatti e anche belli a vedersi…altro che scatole fabbricate con gli stuzzicadenti..
Falanghina Fresco di Galera, caffè Lazzarelle, panettone Giotto, crema spalmabile al pistacchio Dolce Libertà, sartoria SanVittore e tanti altri…Mezzi per ridare dignità alle persone, strumenti per permettere ai detenuti di uscire dal carcere davvero con un mestiere tra le mani.
I prodotti non sono molto pubblicizzati e forse meriterebbero un sito web apposito e una campagna di comunicazione e marketing, ma si può sopperire almeno con il passaparola e con gesti di concreta solidarietà, cioè comprarli.
Non sono assolutamente “lavoretti” ma prodotti di qualità che fanno bene a chi li produce, fanno bene a chi li vende e sicuramente faranno bene a chi li riceverà (specialmente per il panettone Giotto che nel 2011 ha vinto premi prestigiosi).
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