Fundraising per la politica 30: la raccolta fondi in Germania
In Italia si sta discutendo molto sulla possibilità di tagliare tutti i finanziamenti pubblici ai Partiti. Questo vorrebbe dire passare dalla velocità 1000 a quella 0 nel tempo di un secondo. E’ un bene? Penso invece che sia molto pericoloso.
Mi occupo da qualche tempo dell’argomento e ho avuto la fortuna di potermi confrontare con molti colleghi all’estero. A mio modesto avviso, tagliare tutto subito e senza regole precise, è un errore gravissimo.
A erogazione zero da parte dello Stato si dovrebbe arrivare con gradualità e tempo. Siamo in Italia, siamo famosi per fare pasticci legislativi o peggio, per creare enormi giganti dai piedi d’argilla. Bisogna pensarci davvero bene e regolamentare ancora meglio.
I Partiti utilizzano personale dipendente nelle Segreterie nazionali o regionali. Per moltissimi lo stipendio arriva grazie al finanziamento pubblico. Toglilo e avrai tanti lavoratori in mezzo ad una strada e uffici completamente bloccati.
Abolire il finanziamento va bene, ma bisogna farlo in maniera graduale, introducendo il fundraising in modo intelligente.
Negli Stati Uniti esiste un sistema misto opzionale: il Partito si può far aiutare dallo Stato oppure può fare da solo. E le regole cambiano a secondo del livello elettorale: locale o nazionale. Il tutto è ben disciplinato e controllato da figure terze.
In Germania il sistema è davvero interessante.
Un esempio pratico: nel 2012 la CDU ha raccolto ben 21,8 milioni in donazioni. In Germania sulle donazioni inferiori a 3.330 euro, per ogni euro donato da una persona privata, lo Stato aggiunge da parte sua 0,38 centesimi. Quindi, il Partito che ha ben fatto fundraising si porta a casa anche un bonus notevole. Si premia l’impegno e si evitano le lobby.
Si potrebbe fare così anche in Italia. Oppure si potrebbe valutare una sorta di 5 per 1000, senza togliere risorse al Terzo Settore.
Tagliare e basta è utile per gettare fumo negli occhi, ma i nodi alla fine arriveranno al pettine.
Sono d’accordo con te, caro Raffaele, tagliare dall’oggi al domani il finanziamento pubblico ai partiti risponde a logiche qualunquiste e populiste che può permettersi chi ha enormi mezzi a disposizione o chi confida nella “generosità” delle lobby. Passare gradualmente ad un sistema misto, finanziamento pubblico e autofinanziamento, è la migliore delle soluzioni, non solo perchè consente alle forze politiche di maturare una diversa cultura e approccio nei confronti degli elettori, ma anche perché permette di educare questi ultimi a sostenere concretamente la forza politica che meglio li rappresenta nella competizione elettorale, variando di volta in volta, a seconda dell’offerta politica più convincente.
Caro Beppe,
potrebbe essere utile per la Politica ascoltare chi si occupa di raccolta fondi in maniera professionale….nella speranza che non sbaglino interlocutore…Nel nostro settore sono troppi i teorici e pochi quelli che davvero si sporcano le mani.