Politica e fundraising 40: la gatta frettolosa fa i gattini ciechi
Il fundraising per la politica, per forza di cose, dovrà avere in Italia uno sviluppo rapido. Il primo scalino da superare sarà quello culturale: “perché dovrei dare i miei soldi per finanziare la campagna elettorale di un politico?” “Perché dovrei sostenere economicamente il partito x o y?”….
Alcuni spunti di riflessione:
Raccogliere fondi per la politica è molto diverso dal raccogliere fondi per un canile, per il restauro di una chiesa o per l’acquisto di un mezzo di soccorso. Cambiano tempi, buona causa, metodologia, costi e scelta delle tecniche
Per prima cosa bisogna definire un piano di azione solido. Ogni passo va pianificato utilizzando gli strumenti adatti. Meglio far partire una campagna di direct mail fatta non benissimo, ma in tempi brevi, che una campagna perfetta, ma in ritardo. Nel FR politico il tempo è il nostro padrone
A mio avviso è inutile copiare, in toto e passivamente, la maggior parte delle tecniche utilizzare negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Sono avanti dieci anni…
Prima di lanciare una candidatura, serve aver pronto e operativo un piano di fundraising. Dopo, è molto più complicato e costoso
Per fare fundraising e people raising bisogna investire soldi, in primis, per organizzare la comunicazione orientata alla ricerca di fondi
Chi, nella richiesta di donazioni, ci mette la faccia (per esempio, il candidato) ha molte più possibilità di ricevere fondi. Il direct serve a poco, lo stesso vale per l’uso del web. Per la politica possono servire enormi somme di denaro e per convincere una persona a donare 10.000 euro, una lettera non basta
Se una persona vi dona per la prima volta una somma di denaro, non è ancora un vostro donatore, lo sarà dalla seconda donazione in poi. Per arrivare a questo, serve fidelizzare i sostenitori
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