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#Fundraisingpolitica n°50: quanto costa un contatto?

imagesGianluca Sgueo, giornalista e docente universitario, ha scritto su Formiche un articolo davvero interessante e che contiene riflessioni che non sono poi tanto scontate sui costi dei contatti. Quanto è difficile incontrare l’altro? Lo riporto integralmente.

 

Il mercato dell’accesso

Quanto costa un contatto umano nella politica? Risposta: dipende, da tre cose. Primo: da quanto sei disposto a pagare; secondo: da quanto in alto vuoi arrivare; terzo: da chi sei. Ognuno dei tre fattori ha la sua importanza. Per esempio puoi avere grandi ambizioni e un conto in banca vicino al rosso, nel qual caso non andrai lontano. Oppure puoi essere facoltoso, ma non ispirare fiducia come persona, nel qual caso, anche, non farai grandi progressi. Di sicuro, comunque, chi sei è il primo biglietto da visita per ambire a contattare qualcuno in politica.

E oggi c’è la prova empirica. Due studenti americani di scienze politiche hanno fatto un esperimento. Hanno inviato un email chiedendo un incontro ai membri del Congresso statunitense. A metà di loro hanno scritto presentandosi come semplici cittadini. All’altra metà invece hanno detto di essere donatori. Volete sapere quante risposte hanno avuto e da chi? Guardate qui:

Fig1

 

I risultati sono quelli che probabilmente vi aspettavate. Qualificarsi cittadino, anziché donatore, implica una diminuzione della chance di essere ricevuto pari a 1/3. In altre parole, un congressista preferisce incontrare (e, deduciamo, incontra) 3 volte più i donatori che i cittadini del proprio collegio elettorale. Conseguenza scontata, ma che fa comunque riflettere. Per due ragioni:

(1) anzitutto perché nega la teoria della Corte Suprema nella famosa sentenza Citizens United (in due parole: la Corte aprì al finanziamento alla politica da parte di imprese e cittadini, escludendo i limiti precedentemente in vigore). In quella occasione il giudice Kennedy disse chiaramente: “[I]ndependent expenditures do not lead to, or create the appearance of, quid pro quo corruption. In fact, there is only scant evidence that independent expenditures even ingratiate“. A quanto pare è vero il contrario.

(2) e poi perché negli Stati Uniti i donatori sono anche, spesso, i lobbisti. O comunque i gruppi di interesse. Per cui la critica che sostiene che la politica statunitense segue sempre meno le esigenze della società civile e sempre più quella dei grandi gruppi di pressione (soprattutto le industrie) sembrerebbe trovare una prova ulteriore della sua fondatezza.

 

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