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Fundraising per la politica n°69: se vogliamo evitare scandali, sono necessari controlli

corruzioneIn premessa bisogna ricordare che in Italia non mancano i fenomeni di corruzione né il voto di scambio.
Dal 2017, terminerà il finanziamento pubblico dei partiti e gli stessi avranno un giustificato bisogno di notevoli somme di denaro per l’ordinaria e straordinaria amministrazione e per le campagne elettorali. Questo potrebbe favorire comportamenti illeciti. Il finanziamento privato, se non regolato, potrebbe, infatti, diventare un grosso problema da gestire e non più una risorsa.
Bettino Craxi, il 3 luglio 1992, fu chiaro e diretto durante uno dei suoi ultimi discorsi alla Camera: “così all’ombra di un finanziamento irregolare ai partiti e, ripeto, al sistema politico, fioriscono e si intrecciano casi di corruzione e di concussione, che come tali vanno definiti, trattati, provati e giudicati. E tuttavia, d’altra parte, ciò che bisogna dire e che tutti sanno del resto, è che buona parte del finanziamento politico è irregolare od illegale. I partiti, specie quelli che contano su apparati grandi, medi o piccoli, giornali, attività propagandistiche, promozionali e associative, e con essi molte e varie strutture politiche operative, hanno ricorso e ricorrono all’uso di risorse aggiuntive in forma irregolare od illegale. Se gran parte di questa materia deve essere considerata materia puramente criminale allora gran parte del sistema sarebbe un sistema criminale. Non credo che ci sia nessuno in quest’aula, responsabile politico di organizzazioni importanti che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo: presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro. E del resto andando alla ricerca dei fatti, si è dimostrato e si dimostrerà che tante sorprese non sono in realtà mai state tali.”
Il mio parere, anche alla luce di analoghe vicende accadute in altri Paesi (Regno Unito, Germania, Stati Uniti…) è che gli scandali dovuti all’illecito finanziamento della politica, non tarderanno ad arrivare. La posta in gioco è troppo alta.
Il 98% degli Inglesi, crede che le grandi donazioni alla politica servano a condizionare programmi elettorali e leggi…e questo la dice lunga su quello che potrebbe accadere anche da noi.
Il primo passo per evitare problemi del genere potrebbe essere quello di creare un organismo indipendente che si occupi di controllare la raccolta di fondi. E che lo faccia davvero, e per tutti. In Italia l’attuale normativa ha disciplinato solo alcuni aspetti della raccolta fondi per i partiti ma ha dimenticato di regolare la raccolta di donazioni (e l’uso delle stesse) per i singoli candidati, le liste civiche, i piccoli partiti, le sezioni locali di partito e per singoli progetti.
Il secondo passo: le grandi donazioni. Nel fundraising per la politica le grandi donazioni sono necessarie, per questo servono regole e controlli. Gli Stati Uniti insegnano che mettere un tetto alle grandi donazioni non serve o serve a poco. Infatti, se limitiamo le donazioni di un singolo, questo potrà utilizzare sempre dei prestanome per far arrivare al candidato o al partito le somme che vuole. Ci vorrà solo più tempo.
Terzo passo: le piccole donazioni. Bisogna incentivare le piccole donazioni perché più numerose saranno e più ci sarà partecipazione. Oggi non accade, e il trend è assolutamente negativo. Infatti, tanti partiti stanno perdendo tesserati e la tessera è il primo tassello della fidelizzazione.
Il quarto passo: il tempo. Bisogna dire che non sembra esserci mai un momento giusto per raccogliere fondi per la politica. L’arrivo di altre emergenze nazionali o internazionali potrebbe, infatti, far cambiare idea al donatore, dirottando la sua donazione su altro. Per questo, servono donatori regolari e fidelizzati.
Il quinto passo: la fiducia. Per fidelizzare un donatore è necessario offrirgli garanzie sul buon uso dei suoi soldi. Se non ci sono regole, codici etici, senza disciplinare le lobbies, si potrà mai guadagnare la fiducia dei donatori?
Come ho più volte sottolineato, a mio avviso il finanziamento pubblico andava abolito in maniera molto graduale introducendo un meccanismo premiale. Così accade in Germania e in altri Paesi. Tuttavia, il fundraising in Italia può riavvicinare davvero i cittadini alla politica e renderli partecipi di decisioni che condizioneranno la loro vita. Per questo, il fundraising per la politica può rappresentare in Italia una svolta e una grande rivoluzione culturale e sociale.

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