Politica, volontariato e fundraising: le domande senza risposta sono ancora tante..
Tra un anno e mezzo sarà completamente abolito il finanziamento diretto ai partiti, sostituito da donazioni private e dalle donazioni del “2 per mille” nelle dichiarazioni dei redditi. Questo dovrebbe spingere i partiti e la politica a parlare con i cittadini non tanto di donazioni o di sporadiche raccolte di fondi, ma di fundraising. Sta succedendo? Assolutamente no. I dati del “2 per 1000” parlano chiaro. Una minuscola percentuale di contribuenti ha dato il proprio 2 per 1000 ad un partito politico.
Le ultime ricerche dicono che oltre il 70% dei cittadini italiani non vuole il ritorno al finanziamento pubblico dei partiti. Quindi, la politica deve trovare il modo di farsi finanziare in maniera trasparente ed etica. Il fundraising è molto di più di una raccolta di fondi, è un legame che nasce tra donatore e progetto, tra sostenitore e buona causa. E’ un legame che si basa sulla trasparenza, sulla rendicontazione, sulla fidelizzazione del donatore. Lo sanno bene le organizzazioni nonprofit, lo ignora la politica.
Non esiste un solo tipo di fundraising. C’è quello per la sanità, quello per gli enti pubblici, quello per la cultura…le tecniche sono simili ma cambiano i contesti e la sensibilità dei donatori. Il fundraising per la politica è, oggi, un terreno minato. In tanti guardano al fundraising d’oltreoceano (mi occupo da anni di ricerche comparative sul fundraising e anche io metto mano in quei territori) ma tra Europa e Stati Uniti ci sono anni luce di distanza. Cambia la cultura, il modo di vivere le donazioni, la sensibilità, la passione politica, le regole…Gli americani parlano del “mio deputato” e a lui si rivolgono quando hanno delle necessità, noi a stento conosciamo il nome del primo ministro.
Perché oggi il cittadino dovrebbe sostenere economicamente un partito con una donazione? La risposta dovrebbero darla i partiti che, invece, non lo fanno.
Mancano in Italia ancora codici di autoregolamentazione delle donazioni che invece dovevano nascere insieme all’abolizione del finanziamento dei partiti e mancano soprattutto codici etici. Mi direte che ci sono regole per le donazioni ai partiti. Bene, vi rispondo che non ci sono regole per le donazioni alle fondazioni dei partiti….(oltre 120 in Italia).
Le donazioni devono essere anonime o meno? Dipende dalle regole che ci vogliamo dare. Guardiamo alle esperienze straniere e cerchiamo di capire cosa conviene fare e cosa meno. Evitiamo, però, di copiare passivamente il lavoro altrui. Studiamo sistemi e metodi e adattiamoli al nostro Paese.
Altro quesito che pare non interessare a nessuno: da chi posso accettare donazioni e da chi non posso? Chi vende armi può finanziare un partito e un partito può prendere fondi da chi vende armi o da chi rappresenta potenti corporazioni? Basta forse far certificare un bilancio di un partito per rassicurare i donatori? No.
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