#fundraising per la #politica n° 110: elezioni comunali 2017
In Italia, le ultime elezioni comunali potevano essere finalmente il banco di prova per il fundraising per la politica. Purtroppo, così non è stato.
Il Centro Studi sul Nonprofit, come già fatto in altre occasioni, ha monitorato le attività di raccolta fondi dei candidati a sindaco di 10 città. Un numero esiguo di candidati, difficile anche da rendere in percentuale, ha chiesto ai cittadini un minimo sostengo economico per pagare le spese delle rispettive campagne. Le richieste sono state spesso legate ad estemporanee raccolte di fondi, poco pubblicizzate e quasi mai legate alla reale necessità economica: “partecipa alla cena di Tizio, sostieni la sua battaglia” (ma quale battaglia?). Questa frase è sicuramente emblematica dell’attuale situazione.
Le richieste sembrano quasi fatte con pudore o con vergogna e molto defilate rispetto al programma.
L’unico mezzo che sembra non mancare mai è la classica cena elettorale. In pochi sono andati oltre. Purtroppo, accade spesso che la cena non sia costruita secondo le regole del fundraising ma della raccolta di monete, questo a discapito della fidelizzazione dei donatori, del passaggio da occasionale a regolare, della geolocalizzazione e di molto altro. Leggere su una locandina: “cena in favore di Caio sindaco – offerta libera” è la morte del fundraising.
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