#volontari e fai da te: il people raising non si improvvisa
“faccio tutto da solo”, “nessuno mi aiuta”, “da solo faccio prima e meglio”: quante volte ho sentito queste frasi dette da volontari e dirigenti delle organizzazioni non profit. Ma davvero nessuno può aiutarci o forse, qualche volta, siamo noi che non vogliamo essere aiutati?
Delegare, secondo la Treccani, vuol dire incaricare qualcuno di compiere qualche atto in propria vece. Spesso, specialmente nelle organizzazioni nonprofit, è davvero difficile. Perché non siamo abituati, perché siamo scoraggiati, perché nessuno vuole responsabilità, perché ci sono delle cose che non vogliamo fare. Ed ecco che scatta il fai da te, ed una sola persona si ritrova a fare tutto.
Come si può delegare in maniera efficace? Non ho ricette miracolose ma qualche suggerimento che arriva dall’esperienza:
- per delegare bene, bisogna essere innanzitutto validi come responsabili dell’associazione
- un presidente si dovrebbe rendere conto che solo delegando può creare partecipazione
- individuare la persona a cui affidare un compito
- definire in modo preciso lo scopo del lavoro che la persona deve fare
- bisogna sempre dividere i compiti e assegnarli: ognuno faccia la sua parte e si assuma le sue responsabilità. La divisione dei compiti deve essere ben chiara
- assicurarsi che il delegato abbia capito cosa deve fare
- è molto utile creare una squadra con i volontari che hanno ricevuto le deleghe. Il gruppo va reso compatta. Una volta al mese, tutti insieme a cena
- una volta al mese, vanno organizzate riunioni più formali con l’intero gruppo
- non bisogna delegare compiti troppo complicati, specialmente all’inizio
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