2 per 1000: dieci anni di fundraising per la politica
Nel 2010, al ritorno da un viaggio di studio e lavoro negli Stati Uniti, cominciai a parlare in Italia di fundraising per la politica. Alla fine dello stesso anno pubblicai la prima ricerca comparativa sul fundraising per la politica tra Italia, Stati Uniti d’America e Regno Unito. Da allora sono passati molti anni, altre ricerche comparative (gli abstract su www.raisethewind.it), consulenze, incontri formativi con partiti e movimenti politici.
In Italia, in dieci anni, è cambiato molto rispetto al finanziamento della politica. Abolito il finanziamento pubblico si è passati a quello privato. Si sono introdotte nuove strade ma dimenticando, errore grave, di accompagnare il cittadino verso una nuova visione della politica e della democrazia. La democrazia costa e oggi il fundraising è l’unica strada percorribile per non deviare verso il finanziamento illecito della politica. Su quasi 170 Stati del mondo con governi democraticamente eletti, meno di 10 hanno abolito il finanziamento pubblico alla politica. Se quasi nessuno l’ha fatto, un motivo ci sarà.
Prendiamo una delle nuove possibilità, il 2 per 1000. Quanto hanno incassato i partiti italiani con il 2 per mille? In base al DL 149/2013, partecipano alla destinazione del 2 per 1000 i partiti che hanno trasmesso il proprio statuto alla Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici e che la Commissione stessa abbia ritenuto essere conforme alle disposizioni dell’art. 3 della norma in oggetto, varata nel 2014 dal governo Letta. In totale, nel 2019, sono stati 1.358.085 i contribuenti, su oltre 40 milioni, che hanno scelto di donare il proprio 2 per mille ai partiti. Una briciola rispetto al totale.
Ecco chi ha preso e quanto:
Partito Democratico – 8.437.932 euro
Lega per Salvini Premier – 3.091.083 euro
Fratelli d’Italia – 1.168.061
+Europa – 809.273 euro
Lega Nord per l’Indipendenza della Padania – 753.093 euro
Federazione dei Verdi – 695.697 euro
Movimento politico Forza Italia – 623.076 euro
Partito della Rifondazione Comunista – 535.889 euro
Sinistra Italiana – 499.257 euro
Sudtiroler Volkspartei – 313.429
Articolo 1 Movimento Democratico e Progressista – 298.692 euro
Partito Socialista Italiano – 155.489 euro
Centro Democratico – 153.834 euro
Possibile – 149.125 euro
Movimento La Puglia in Più – 74.831 euro
MAIE – 60.670 euro
Unione Sudamericana Emigrati Italiani – 58.428 euro
Unione per il Trentino – 47.895 euro
Union Valdotaine – 39.569 euro
Alternativa Popolare – 36.029 euro
PATT – 32.217 euro
IDEA – 20.095 euro
Alla ripartizione non prende parte il Movimento 5 Stelle che non è un partito e non vuole finanziamento pubblico.
Rispetto alla dichiarazione del 2018 il numero è sicuramente in crescita, ma leggera. Complessivamente ai partiti sono andati 18.053.664 euro contro 14.148.165 euro dalle dichiarazioni 2018. Nella dichiarazione 2019, che riguarda i redditi 2018, si è espresso a favore di un partito il 3,30% dei contribuenti contro il 2,64% dell’anno precedente.
La democrazia ha un costo e non saranno certo diciotto milioni di euro a far funzionare strutture complesse come i partiti. Si pensi che prima alcuni partiti spendevano quasi centro milioni di euro l’anno non solo per l’ordinario funzionamento ma anche per sostenere i candidati alle elezioni. Oggi, non mancano gli scandali su finanziamenti illeciti o opachi. Le elezioni costano…e lo stesso vale per il consenso politico.
Va detto che le dinamiche per la raccolta del 2 per 1000 sono molteplici, ma oggi sono pochi i partiti che propongono campagne di comunicazione efficienti ed efficaci. Ci vorrà non solo tempo ma anche molti investimenti per convincere (appena…) quaranta milioni di italiani a sostenere, con il loro due per mille, i partiti e quindi la democrazia diretta.
I commenti sono chiusi.