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People raising: il microvolontariato in Italia

Microvolontariato: solo una tendenza passeggera o un nuovo approccio all’azione civica? 

Cos’è il microvolontariato? Il microvolontariato (o micro volontariato o micro-volontariato…fate voi) è l’atto di portare a termine piccoli compiti per supportare una buona causa. Questi particolari volontari non hanno bisogno di compilare una domanda di adesione ad un’associazione o prendere parte a corsi di formazione perché la loro azione o le loro azioni sono molti informali e senza particolari regole.

Dal ripulire una spiaggia dalle cicche di sigarette alla firma di una petizione, dalla raccolta di spazzatura in un parco alla cura del verde: azioni piccole, immediate, che spesso non hanno bisogno dell’intermediazione di un’associazione di volontariato.

I microvolontari possono operare anche a distanza, cioè online. Secondo alcune ricerche, l’80% del microvolontariato avviene proprio sul web e specialmente attraverso l’uso dei telefoni cellulari.

Le organizzazioni non profit possono beneficiare del microvolontariato? Dipende dalla buona causa e dalla necessità di programmazione. In linea generale, incoraggiare il volontariato “una tantum” può diventare controindicato per le organizzazioni che hanno progetti a lungo termine. Al contrario, può essere molto utile nelle azioni temporanee di fundraising ed in particolare per alcune campagne di raccolta fondi: impacchettare regali di Natale o essere di supporto ai volontari regolari durante particolari eventi.

 

Per approfondire il tema: “People raising, come reclutare, formare e coordinare volontari” di Raffaele Picilli ed Enrica Costantini.  Il volume si può trovare in tutte le librerie oppure online o anche direttamente presso Edizioni Paguro 

 

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