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Fundraising, sponsorizzazioni e moralità pubblica

 

Sponsorizzazione e moralità pubblica: un doppio caso, con finali fortunatamente diversi.

La basilica cattedrale metropolitana primaziale della Santa Vergine Maria Assunta, nota semplicemente come Chiesa Cattedrale di Palermo, è il principale luogo di culto cattolico della città di Palermo. Dal 3 luglio 2015 fa parte del Patrimonio dell’umanità (Unesco).

Come tutti i monumenti, anche una cattedrale ha bisogno di manutenzione e questo vale specialmente quando si è passati gli ottocento anni di vita.

A Palermo, nel settembre 2013, qualcosa non funziona durante il restauro della cattedrale. Il quotidiano La Repubblica titola: “Maxi pubblicità alla Cattedrale scoppia il caso, Fastweb si ritira”.

L’idea alla base era semplice e pratica, trovare sostegno privato per coprire parte delle spese attraverso una sponsorizzazione. Tutto ebbe inizio quando la Curia avviò il restauro del portico. “In mancanza di finanziamenti – spiegò alla stampa l’allora parroco della Cattedrale, don Filippo Sarullo – l’Ufficio tecnico ha pensato di affidarsi ai privati e ha trovato questo sponsor. Il portico era rimasto deteriorato dalle intemperie e c’era urgentemente bisogno di un intervento. Non è un’immagine scandalosa, non ci sono nudi, è solo una scritta e lo sponsor ci consente di eseguire il restauro”.

Apriti cielo. Il decoro della cattedrale è stato leso. Meglio avere la facciata che cade a pezzi. E lo sponsor Fastweb si ritirò.

Milano, anno 2024, restauro della facciata della basilica di San Carlo al Corso. Pieno centro di Milano. Edificio monumentale. La posizione dell’edificio è davvero felice, in piena zona pedonale (situazione identica per la Cattedrale di Palermo) e quindi perfetta per sfruttare la parte maggiormente visibile dell’edificio. Ed ecco che non compare un semplice logo dello sponsor (come nel caso di Palermo) ma viene posizionato un enorme schermo sul quale proiettare molti spot pubblicitari.

Se a Palermo per un semplice logo sulla facciata della Cattedrale si gridò allo scandalo, cosa si dovrebbe fare oggi a Milano?

Per fortuna a Milano nessuno ha detto una parola.

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