Raccolta fondi per la sanità: presentata a Napoli la prima ricerca comparativa
Sanità pubblica e raccolta fondi: in Italia solo il 4,8% su 1250 strutture ospedaliere adotta tecniche di fundraising. Il 5×1000 poco utilizzato e la rendicontazione delle donazioni private resta carente
Presentata questa mattina alla Fondazione Valenzi a Napoli la prima ricerca comparativa sulla raccolta fondi per le istituzioni sanitarie in Italia, Stati Uniti d’America e Regno Unito
La giornata di formazione “La raccolta fondi per la sanità pubblica: prospettive ed esempi virtuosi” ha riunito esperti di raccolta fondi, operatori sanitari e manager pubblici provenienti dall’Italia Centro Sud per la formulazione di proposte a sostegno della sanità pubblica in un’ottica concreta di cooperazione con il tessuto produttivo e sociale della comunità.
Su 1250 strutture del sistema sanitario nazionale solo la modesta percentuale del 4,8% ha adottato finora tecniche professionali e rendicontate di raccolta fondi da privati per il sostegno all’attività istituzionale, per un gettito complessivo di tre milioni di euro all’anno.
La percentuale scende al 4% per gli ospedali che adottano sistematicamente lo strumento del 5×1000 con una maggioranza nel Centro-Nord Italia. Solo il 10% delle aziende ospedaliere che effettuano attività di fundraising pubblicano i bilanci relativi alle donazioni e al loro utilizzo. Questi sono solo alcuni dei dati emersi dalla prima ricerca comparativa sulla raccolta fondi per le istituzioni sanitarie in Italia, Stati Uniti d’America e Regno Unito condotta dall’esperto di fundraising Raffaele Picilli in collaborazione con Flavio Giordano.
Lo studio è stato presentato in esclusiva questa mattina 17 Aprile al Maschio Angioino nella sede della Fondazione Valenzi, l’istituzione internazionale dedicata a Maurizio Valenzi, l’ex parlamentare italiano ed europeo, sindaco a Napoli dal 1975 al 1983, all’interno della giornata di formazione “La raccolta fondi per la sanità pubblica: prospettive ed esempi virtuosi”.
Alla presentazione della ricerca ha fatto seguito un corso di introduzione dal fund raising per la sanità tenuto dalla fundraiser Annalisa Lalumera della società bolognese GeneralMFC.
“Questi dati – dichiarano la Presidente della Fondazione Lucia Valenzi e il Segretario Generale Roberto Race – oltre a dimostrare come le nostre strutture ospedaliere utilizzino poco le moderne tecniche di fundraising, evidenziano anche che il settore pubblico o finanziato dal pubblico non ha bilanci chiari e presentabili, a loro volta indispensabili per poter chiedere un supporto ai privati ed alle aziende. La scarsità delle risorse impone oggiAggiungi un appuntamento per oggi grande chiarezza sulla qualità della spesa e questa è una grande sfida per il sistema sanitario nazionale e per quelli regionali”.
“In Italia – dichiara Raffaele Picilli – le Aziende Sanitarie e le Aziende Ospedaliere o Universitarie che hanno avviato un percorso virtuoso nella raccolta di fondi sono meno del 5%. È molto utile riuscire a confrontare i dati internazionali con quanto avviene nel nostro Paese per cercare di capire perché la nostra Sanità stenta, forse per poca conoscenza, ad adoperare le tecniche della raccolta fondi dai privati”.
La presentazione è stata resa possibile grazie al supporto della Fondazione Valenzi e di SOFTLAB SPA.
Per la stampa, ulteriori informazioni sulla ricerca possono essere richieste scrivendo all’indirizzo: info@raisethewind.it
La ricerca sarà ripresentata il 20 Aprile a Bologna presso il Museo della Salute.
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