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Feste dell’Unità e raccolta fondi: fundraising e people raising, due occasioni perse

Riporto parte di un articolo a firma della giornalista Giulia Zaccariello apparso sull’edizione on line del Fatto Quotidiano” del 6 agosto 2012.

“Sembrano lontani i tempi in cui allo stand della tombola si registrava il tutto esaurito e alle tavolate si stava stipati, mentre tutt’intorno era un trionfo di crescentine e pugni chiusi. Kermesse rossa in bilico tra sagra di paese e comizio politico, rito di mezza estate capace di resistere a sessant’anni di storia e governi, oggi la Festa dell’Unità si trova costretta a fare conti con una crisi che è economica e al tempo stesso d’identità. Gli incassi calano con punte del 25%. E anche in Emilia, cuore rosso dell’Italia, lo zoccolo duro dei volontari si riduce. Mentre le nuove generazioni latitano, mettendo a rischio le edizioni future……Per questo a Bologna il Pd ricorre ai menù fissi a 10 euro, ai prezzi congelati, e ai concerti gratuiti.

Spostandosi lungo la via Emilia, cambiano i nomi delle feste ma non le difficoltà. In provincia di Reggio Emilia, quest’anno il Pd locale ha messo in piedi “Albinea in Festa”, cercando di trovare un punto di equilibrio tra tradizione e innovazione. “Per la prima volta  – spiega Nico Giberti, segretario quarantenne di Albinea – ho ridotto le serate di liscio per dare spazio ad altre iniziative, come spettacoli di teatro civile o dibattiti sulla lotta alla mafia”… “Abbiamo una buona squadra di attivisti e iscritti di ogni età, e anche gli incassi, tutto sommato, non sono andati male: abbiamo avuto un riduzione del 5%”. Una percentuale rassicurante se si guarda il dato nazionale. “A parità di presenze, negli ultimi anni abbiamo registrato un calo medio che va dal 10% al 25%” fanno sapere dalla sede nazionale di Roma.

Ma da Roma, il responsabile Feste ed eventi del Pd, Lino Paganelli invita a non generalizzare. “Non ho segnali che indicano una generale crisi di partecipazione. Anzi, in un clima di distacco dalla politica, le Feste democratiche rimangono ancora un momento di partecipazione e aggregazione importante.”

2 Commenti
  1. Massimo Coen Cagli dice

    Il fatto che tu riporti e il relativo commento del PD mette in evidenza anora una volta un principio fondamentale del fund riasing. Ci saranno adesioni, donazioni, voltonariato solo se c’è una forte mission condivisibile e condivisa. Il problema mi sembra non sia quello della adozione di tecniche di fund raising per i partiti. Il problema è la mission credibile (ma anche le persone credibili) e la condivisione di questa. Noi del fundraising ci possiamo fare proprio poco per migliorare la loro racolta fond, visto che il problema è “a monte”. Se non quello di indicargli dove sta il problema e invitarli a risolverlo.

  2. Raffaele Picilli dice

    Credo molto nel fundraising politico perchè rappresenta la partecipazione del cittadino alla vita e alla mission del Partito o Movimento politico che ha deciso di sostenere. Se ti sostengo, sicuramente ti voterò. Ma come tu dici, purtroppo il problema è a monte… Ho sentito Renzi parlare di fundraising e sono curioso di vedere cosa farà..

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