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Il fund e people raising di Jon Bon Jovi

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Riporto dal Corriere della Sera on line parte di un articolo del giornalista  Elmar Burchia.

Che fine ha fatto Jon Bon Jovi? Il rocker idolo degli anni ‘80 si è preso una pausa dalla musica, è sceso dal palco e assieme alla moglie ha dato vita al «JBJ Soul Kitchen» un ristorante eco-solidale. «Tutti sono i benvenuti alla nostra tavola», si legge sui grembiuli dei camerieri del locale inaugurato nei giorni scorsi nel New Jersey. Sul menu non ci sono i prezzi: chi può paga e chi non può aiuta.

Per tutte quelle famiglie finite sul lastrico, per i senzatetto e per chi non ha più un soldo in tasca è un’alternativa al cibo malsano dei fast food nell’America in crisi. Cento metri quadri di officina trasformati in ristorante «paghi-quanto-puoi». Lo slogan? «Dove la speranza è deliziosa». Qui possono pranzare e cenare anche coloro non hanno soldi per saldare il conto. Infatti, chi non ha contanti può sdebitarsi facendo volontariato per la collettività. Come? Per compensare il pasto basta un’ora di lavoro per esempio nel magazzino; nell’orto; in cucina; come camerieri o lavapiatti. Ben inteso, non si tratta di una mensa dei poveri. La carta del bistrot è di prima qualità. L’offerta gastronomica comprende ricette tradizionali, rivisitate però in chiave salutista e con ingredienti naturali. Per un pasto di tre portate bastano 20 dollari (circa 15 euro), quanto serve per coprirne i costi. L’offerta a fine pasto però è libera. 

Il progetto è stato finanziato attraverso la sua fondazione Soul Foundation che negli anni ha costruito anche 260 case per i residenti in difficoltà.”

2 Commenti
  1. giacomo dice

    bello, bravo lui e ottima l’iniziativa!!! ce ne fossero….

  2. Raffaele Picilli dice

    temo che in Italia un locale del genere avrebbe vita brevissima….tutti vorrebbero lavare i piatti invece di pagare..

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