Ho voluto dare un titolo anche alla parte fotografica della ricerca che accompagnerà i dati. Ho scelto una frase scritta nel 1955 da Leon Levinstein che ho letto sul muro di un museo americano: “I walk, I look, I see, I stop, I photograph”.
La ricerca è durata circa un anno. I settori del fund raising analizzati sono stati: sanitario (ospedali), politico, culturale (musei), scolastico (università e scuole di primo e secondo grado), ambientale (parchi pubblici e riserve) e per le chiese (parrocchie e cattedrali).
Posso dire di aver imparato un po’ di cose:
1) Onorare la memoria: donare fondi per ricordare gli altri. Un metodo che può dare grandi frutti.
2) Comunicare in maniera rapida, intuitiva, diretta, semplice.
3) Comunicare in maniere “acronima” (come mi piace questo termine che non esiste..) . Parlare a tutti utilizzando poche parole che siano capite dal bambino fino all’anziano.
4) Tentare, osare, provare a raccogliere fondi in maniera anche bizzarra. Mettere “un quid” in qualunque raccolta.
5) C’è bisogno di fantasia e coraggio per raccogliere fondi.
6) Fare network per davvero. Confrontarsi con gli altri colleghi.
7) Studiare continuamente, leggere, navigare in internet.
8) Conoscere il proprio territorio.
9) Essere troppo teorici non funziona. Bisogna testare di persona, anche se può costare tempo, fatica e delusioni.
10) Osservare. Fermarsi a guardare il comportamento delle persone ed ascoltarle
11) Sorridere
12) Non prendersi troppo sul serio.
13) Evitare di mangiare troppi dolci, ma questa è solo una personale considerazione suggerita dalla mia pancia. (nella foto in alto: 900 calorie di pura felicità in 5 bocconi).