Durante il viaggio del 2010 negli USA, per completare le mie ricerche comparative sul fund e people raising, non potevo saltare la visita agli store di alcune grandi organizzazioni umanitarie mondiali: Red Cross, Unicef e Salvation Army. In particolare, quelli che ho trovato “perfetti” (almeno per un fundraiser) sono stati i negozi dell’American Red Cross.
Ad onor del vero, i negozi della British Red Cross non sono da meno con l’aggiunta che spesso, accanto al tradizionale negozio di gadget, c’è quello che vende oggetti e abiti usati (il c.d charity shop). I charity shop, dovrebbero essere nati proprio a Londra, grazie alla Croce Rossa Britannica, che durante la seconda guerra mondiale, trovò un modo nuovo di raccogliere fondi.
Gli americani però “vendono” meglio e accompagnano alla comunicazione istituzionale una comunicazione meno tradizionale, più di effetto. Qualche esempio pratico. Ogni store è posizionato accanto all’ingresso principale delle sedi. E’ molto ben in vista. All’entrata, ci sono tutti i depliant che possono interessare ad un visitatore, un acquirente, un aspirante volontario, un semplice curioso o a qualcuno che ha bisogno di aiuto (ho trovato le notizie su come chiedere viveri e abiti di seconda mano). Sono dei veri e propri negozi, sobri ma completi di tutto. Nulla è lasciato all’improvvisazione. Il più grande che ho visitato sarà stato di 30 mq2 .
Sono divisi per settori: bambini, adulti, animali (vendono kit di primo soccorso per cani e gatti), kit di prima emergenza per grandi e piccole catastrofi, libri, giocattoli…ecc. Non mancano i poster con le indicazioni riguardanti le manovre di primo soccorso o cosa fare in caso di terremoto, alluvione, uragani..ecc. Due volte ho trovato gli schermi LCD alle pareti che trasmettevano i filmati riguardanti l’utilizzo di presidi di emergenza in vendita. E poi, moltissimo merchandising: magliette, cappellini, cinture, spille, spazzole per capelli, borse…e per finire anche i dolci e barrette energetiche.