In Italia, per scegliere i musei da analizzare, sono stati utilizzati:
- la Top 40 del Ministero dei Beni Culturali
- la classifica del Touring Club Italia
- l’elenco dei migliori musei italiani e stranieri stilato dalla Lonely Planet
Alla fine, sotto la lente di ingrandimento sono stati messi 40 tra musei pubblici, privati e aree archeologiche.
Negli USA (East Coast) e nel Regno Unito la metodologia è stata simile.
Che cosa stiamo analizzato di ogni singolo museo?:
- il sito web
- i social network utilizzati
- gli strumenti di FR e PR
- la comunicazione
- gli spazi e le sedi museali
- la presenza di caffetterie, shop..
e naturalmente abbiamo cercato di parlare con i nostri colleghi fundraiser (laddove presenti) o con gli addetti al marketing o alle pubbliche relazioni.
Il MIBAC non chiede ai musei quanto denaro sia pervenuto dalla raccolta fondi o quanti beni siano stati donati. Per saperlo, l’unica soluzione è parlare con qualcuno che si occupi, in ogni struttura, di questo. Negli USA e nel Regno Unito non è stato complicatissimo…in Italia la musica è cambiata. Perché? Perché in pochi hanno davvero voglia di condividere e collaborare…
Ora mi domando, ma se attraverso una ricerca comparativa emergessero nuove metodologie di raccolta fondi, nuove idee, nuove strategie, nuovi gadget… queste, non sarebbero un vantaggio per tutti? Un vantaggio, aggiungo, a spese zero.