- Negli Stati Uniti, i musei che utilizzano il fundraising, lo fanno a 360°. Non è così nel Regno Unito
- Nel Regno Unito, la richiesta di sostegno tramite membership non è “spinta” come negli USA
- Rispetto agli Stati Uniti, le donazioni tramite lasciti sono ancora minime
- Minime le richieste di adesione a Club esclusivi (alta donazione di ingresso e poi regolare). Una valida eccezione: la Tate Modern di Londra (ingresso gratuito) offre tre profili per member e l’ingresso in un club esclusivo di sostenitori
- Poche le richieste di donazioni di importo notevole una tantum. Qualcuno ha materiale informativo per il corporate
- Il British Museum di Londra (ingresso gratuito) ha portato la quota membership a 60 sterline. Comparando i costi della membership nell’ultimo triennio, si può notare che l’aumento è stato davvero minimo
- La National Portrait Gallery di Londra ha avviato due campagne per la raccolta di fondi per grandi sostenitori. Le quote di ingresso sono due: una per i Patrons ai quali si chiedono 1. 450 sterline per iscrizione annuale, e una da 50.000 una tantum per essere sostenitori a vita. La stessa istituzione offre anche la Membership per i piccoli donatori: 40 sterline per anno
- Interessante la nuova formula per diventare sostenitori “speciali” della National Portait Gallery: diventare Associato (una specie di membro con particolarissime agevolazioni e benefit) al costo di 275 sterline per anno. Importo rateizzabile mensilmente (in tempi di crisi…)
Una nota a margine per quelle Istituzioni che in Italia vivono solo di fondi pubblici: il 40% dei fondi per il funzionamento della Tate Gallery di Londra arriva dallo Stato. Il 60% arriva dall’uso costante e regolare delle tecniche di fundraising e people raising. La Tate Gallery è aperta gratuitamente al pubblico.
Un grazie particolare al collega Anders Dahalbeck che mi ha aiutato a “entrare” in tante prestigiose istituzioni museali inglesi.