L’ultimo emendamento al testo del governo approvato dalla maggioranza prevede l’abbassamento delle aliquote: chi donerà soldi ai partiti godrà di detrazioni al 37% tra i 30 euro e i 20 mila euro, al 26% tra i 20 mila e i 70 mila euro.
Secondo il Presidente Letta: «Il nuovo sistema di finanziamento, con il due per mille, dà tutto il potere ai cittadini. L’inoptato del due per mille resterà allo Stato». A mio avviso, invece, molto di quanto uscito dalla porta rientrerà dalla finestra per i tanti motivi che sul mio blog ho più volte illustrato. Tra raccogliere fondi e fare fundraising c’è un mare profondo e la politica (che non ama le diete) preferisce andare in montagna.
C’è anche un altro problema non risolto: le lobby.
Riporto un pezzo dell’articolo della giornalista Sara Nicoli che ben riassume la questione lobby ”….. all’appello manca anche una fetta importante della torta dal punto di vista dell’ordinamento del sistema, ovvero una legge sulle lobby. Quella – per intendersi – che voleva varare il governo Monti e che istituiva l’elenco ufficiale dei lobbisti. Ebbene, quella legge doveva stabilire chi e come poteva far parte di un gruppo di pressione, regolava i rapporti tra le stesse lobby con le amministrazioni pubbliche, garantiva trasparenza dei contatti rendendo pubblica sul web ogni richiesta, dettava un codice di comportamento, punendo i trasgressori e persino chi dispensava regali oltre i 150 euro. Uno strumento importante che, però, è rimasto nei cassetti polverosi del Senato. Adesso, con l’abolizione del finanziamento ai partiti sarà bene che qualcuno lo faccia riemergere. Per evitare che all’abolizione del finanziamento corrisponda l’immediato dilagare della corruzione politica. Molto più di quanto si sia mai visto prima”
Nella legge sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti c’è sicuramente tanta buona volontà e voglia di cambiamento ma poca tecnica, poca visione del futuro, poca conoscenza del fundraising (e del fundraising per la politica) e delle sue ripercussioni sociali, una buona dose di furbizia e anche tanto populismo.