Secondo la società di ricerca HubSpot, il 65 % delle organizzazioni nonprofit presenti nel Nord America, hanno prodotto più contenuti nel 2013 che nel 2012. E questo conferma la regola che prima del fundraising, c’è la comunicazione…e un racconto o una favola sono perfetti per parlare alle persone.
Un recente studio del canadese Marketing Institute dimostra che il 92% delle organizzazioni non profit utilizza i social media , blog , e-mail e video per raccontare storie. Si è visto che per farsi “leggere” sui social network: Facebook, Twitter , Instagram , Pinterest , Tumblr , Google..ecc, un buon racconto può fare la differenza. Il pubblico, da distratto, diventa attento e interessato alla buona causa.
Ma quale storia raccontare? Sicuramente qualcosa di vero, per esempio qualcosa scritto da chi sta affrontando quel problema o sta combattendo quella battaglia.
Chiedete alle persone che l’associazione aiuta di scrivere la loro storia e l’incontro con l’associazione. In cosa è cambiata la loro vita?
- Una buona storia crea un legame
- Una buona storia può trasformarsi in un cortometraggio o essere lo spunto per uno spot
- Una buona storia può diventare l’anello di congiunzione tra i valori e il sentire dei donatori e la mission dell’organizzazione
- Una buona storia crea condivisione di esperienze e allarga la rete dei contatti…e tutti sappiamo quanto sia prezioso e necessario un buon network per fare fundraising.