Il fundraising per la politica ha bisogno di partire dai presupposti suddetti.
Pensare che sia semplice fare fundraising è molto ingenuo. Pensare che sia semplice fare fundraising per la politica è pericoloso. Non è possibile raccogliere fondi se mancano condivisione, solidarietà, trasparenza, partecipazione, tecnica e metodo. Inoltre, un conto sarà sostenere un partito o un movimento politico (con tutti i benefici fiscali del caso..) e un conto sarà sostenere in candidati alle elezioni (con zero benefici fiscali).
Cosa fanno in Europa?
In Francia, come in moltissimi altri Paesi europei, invece preferiscono l’aiuto statale: 1,70 euro di rimborso per ogni voto ricevuto. In Spagna preferiscono un sistema misto: sostegno dello Stato e dei privati. Anche in Germania lo Stato finanzia la politica, per il 2013 sono stati versati ai partiti ben 155 milioni di euro, un record rispetto agli altri anni.
In Gran Bretagna il discorso cambia. Lo Stato finanzia i partiti con una somma fissa annuale, finanzia poi maggiormente i partiti che sono all’opposizione, però i partiti utilizzano tutti il fundraising.
Cosa fanno dall’altra parte del mondo?
Negli Stati Uniti d’America, durante le campagne presidenziali, i candidati possono usufruire di un modesto finanziamento pubblico ma molti rinunciano a favore del fundraising privato. Se ti finanzio, ti voto. Perchè accettare soldi dello Stato quando un privato cittadino con una donazione di 1 dollaro, mi assicura il suo voto? Se mi sostiene con i suoi soldi, è sicuramente convinto che il candidato da lui sostenuto abbia un programma valido.
In Giappone i partiti ricevono un finanziamento non legato ai voti ma al numero dei cittadini …per un totale che supera di molto la Germania: 240 milioni di euro.
In foto, piccoli e ottimi babbà, che gentilmente condivido con tutti.