Tra le altre misure introdotte c’è l’obbligo per i partiti di pagare l’Imu sulle proprie sedi, mentre sono state cancellate le agevolazioni fino al 75% per le ‘scuole di partito’, che avrebbero rappresentato un vero affare per il contribuente.
Nessuna modifica invece sulle nuove modalità di finanziamento con il meccanismo del 2 per mille: resta la previsione del 2017 come previsto nel testo originario. Il Parlamento è quindi chiamato a convertire in legge il decreto del governo, quello sul finanziamento pubblico ‘scade’ fra diciassette giorni, il 26 febbraio.
Nella commissione, con un voto a maggioranza, è stato lasciato il testo del governo che stabilisce che il finanziamento sia ridotto in tre anni del 25 per cento, 50 per cento e 75 per cento dell’importo spettante che ora è fissato a 91 milioni di euro. Rimane quindi il taglio graduale al 2017 in modo da evitare che i partiti si trovino ad affrontare bilanci fallimentari.