Di seguito, pubblico la lettera inviata all’on. Luigi Bobba, che ho sottoscritto insieme ad altri colleghi. Personalmente ritengo che il fundraising di tutto ha bisogno, tranne che di improvvisazione. L’argomento è stato anche ampiamente trattato anche durante il Nonprofit Leadership Forum. Un grazie alla collega Elena Zanella che ha coordinato ottimamente la stesura del documento. Ora non ci resta che attendere una risposta.
Onorevole Luigi Bobba
Sottosegretario di Stato
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
Via Fornovo, 8
00192 Roma
9 ottobre 2014
Oggetto: richiesta di attenzione al Fundraising nella Riforma del Terzo settore.
Gentile Onorevole Bobba,
La riforma voluta dal Governo e in atto in questi mesi è, senza dubbio, un momento che non ha precedenti sia per chi lavora nel Terzo settore, sia per chi, in un modo o nell’altro, vi entra in contatto e vi contribuisce. Ma non solo. E’ certo che le dinamiche, previste e suggerite negli oltre 1000 interventi giunti nei mesi scorsi al Governo, impatteranno sulla Società civile e sul Paese in modo definitivo, contribuendo a cambiare – in meglio, lo crediamo – l’approccio delle comunità, degli enti, delle imprese e della politica stessa a un settore (il Terzo, ndr) che sappiamo bene essere stato, almeno sino ad ora, considerato – nella migliore delle ipotesi – marginale.
Un plauso è dovuto se l’agenda politica ha, nel suo Odg, il nonprofit! Grazie, quindi. Ma da professionisti della raccolta fondi, impegnati nel lavoro quotidiano all’interno e al fianco delle nostre organizzazioni per far sì che i nostri obiettivi sociali siano anche sostenibili, siamo quanto mai convinti che vi sia, alla base, un problema culturale che fatica ad essere sradicato: la convinzione che il Terzo settore sia attore passivo e non proattivo nel sistema economico del Paese Italia. E’ un problema di percezione, lo sappiamo. Ma tant’è. Ecco cosa recita la legge delega per la riforma del Terzo settore alla Lettera B, Comma 1, Art. 6: (…) al fine di promuovere i comportamenti donativi delle persone e degli enti (…).
Da lettori, interpretiamo il nonprofit quale soggetto passivo e comunque mai propositivo in termini di fundraising: destinatario di azioni e comportamenti solidaristici e mai attore propositivo. E, su questo, temiamo, ancora una volta non vi sia stata la giusta chiarezza. Sicuramente, non rende giustizia. La quotidianità, a fatica, evince altro. Riteniamo doveroso e corretto che questo comportamento virtuoso da parte delle organizzazioni venga legittimato: per il professionista; per il settore; per il donatore; per l’economia del Paese. Restituire professionalità a professionalità rende semplici e inequivocabili i comportamenti e le azioni. Diversamente, ha la meglio il sospetto: pessimo compagno di giochi per il nonprofit.
PQM
Auspichiamo che il fundraising entri nell’agenda politica dell’iter parlamentare che si profilerà da qui a breve.
Auspichiamo che i fundraiser vengano coinvolti in questo processo, perché, da gestori e promotori del dono, possono mettere al servizio della Causa il proprio punto di vista, sui temi che li riguardano più direttamente (dal 5×1000 all’impresa sociale; dall’IVA ai temi di deducibilità e detraibilità).
Auspichiamo una giustizia anche terminologica che metta al centro non solo il donatore ma anche l’organizzazione. Che, contestualmente, legittimi il lavoro dei tanti professionisti che ogni giorno lavorano affinché le nostre cause si realizzino. Riprendendo il DDL alla Lettera B, Comma 1, Art. 6: (…) al fine di promuovere, anche attraverso iniziative di raccolta fondi, i comportamenti donativi delle persone e degli enti (…).
Le chiediamo, a tal fine, di voler istituire insieme a noi un tavolo di lavoro, che coinvolga Lei e altri rappresentanti del Governo che ritiene disponibili, per porne le basi. Per far sì che il nostro Paese – come tanti altri hanno fatto prima di noi – metta in atto una politica del fundraising tesa e rendere questo strumento e i suoi attori più professionali, più efficaci per il Terzo settore e per il Welfare in generale. Tutto ciò contribuirà fattivamente a creare una cultura più moderna della donazione e della partecipazione al bene comune.
Se vorrà segnalarci la Sua disponibilità, cercheremo di creare in tempi brevi, in accordo con Lei, un primo incontro con la comunità dei fundraiser per poter impostare un lavoro comune, anche partendo da contributi prodotti durante la consultazione per il Civil Act che già contengono indicazioni su azioni e misure da porre in essere in tal senso. Grazie!
(Promotrice dell’iniziativa) Elena Zanella, consulente e formatore
(Primi firmatari)
Simona Biancu, consulente e formatore
Beppe Cacòpardo, consulente e formatore
Fabio Ceseri, consulente e formatore
Massimo Coen Cagli, direttore scientifico di Scuola di Roma Fund-raising.it
Anna Fabbricotti, direttore raccolta fondi della ong Cesar Onlus
Valerio Melandri, direttore Master in Fundraising Università di Bologna
Giangi Milesi, presidente Cesvi
Francesca Mineo, consulente
Daniela Motti, consulente e volontaria
Marina Sozzi, presidente Infine Onlus
Raffaele Picilli, consulente e formatore
Francesca Zagni, consulente e formatore
Luciano Zanin, presidente Assif Associazione Italiana Fundaiser,
in rappresentanza dei fundraiser italiani associati