In questa ultima settimana mi sono messo a rileggere i miei appunti e ho trovato interessanti alcune riflessioni fatte dai relatori:
- per prendere decisioni consapevoli e informate al momento delle elezioni, i cittadini dovrebbero poter valutare se chi eleggeranno è stato in grado in passato o ha intenzione in futuro di governare essendo all’altezza delle aspettative. In Italia la dimensione della moralità è emersa come cruciale nella formazione dei giudizi sui candidati (professori Catellani e Bertolotti). Da qui la centralità del programma elettorale come “buona causa” da sostenere
- Il rapporto tra cittadini e partiti è sempre più debole. Negli ultimi anni la democrazia dei partiti ha lasciato il posto alla democrazia del pubblico, portando alla nascita di una audience sempre più frammentata e scomposta. I nuovi media hanno permesso di bypassare il controllo verticale dei soggetti politici a favore di una maggiore orizzontalità (professori Chianale e Ceccarini)
- Il pubblico, per ottenere informazioni, si divide tra media tradizionali e nuovi media. I nuovi media sono molto meno diffusi di quello che si pensa. Le campagne elettorali si fanno anche attraverso il web, ma la maggioranza ancora utilizza radio e tv
- Un filone sempre più consistente di studi esplora, da qualche tempo, il peso crescente assunto dalle tecniche narrative (lo storytelling) all’interno dei dispositivi di comunicazione politica (prof. Cepernich). L’emozione è una parte fondamentale delle donazioni e gli spot elettorali americani sono perfetti esempi di “racconti” con richiesta finale di sostegno.