Il fundraising porta risultati apprezzabili solo se è innovativo. Il copia e incolla funziona molto male. L’improvvisazione è veleno puro.
All’ultimo incontro organizzato a Londra da EUConsult, associazione dei consulenti del Terzo Settore, sono stati presentati dati molto interessanti sul futuro del Terzo Settore in Europa. Il titolo del convegno è stato: “Opportunities and Challenges of Income Generation. Growth and innovation for nonprofits in Europe”
Ecco alcuni punti che ho trovato interessanti:
Nel Regno Unito, il 28% dei testamenti contengono un lascito a favore di una Odv e il trend è in positivo aumento. L’81% dei cittadini dona fondi perché gli viene chiesto, il 43% dichiara di sentirsi meglio dopo aver donato e il 63% che continuerà a fare azioni benefiche a sostegno di persone o cause.
La nota dolente, per noi italiani, riguarda la propensione al dono che in Europa è quasi sempre la stessa. In Spagna il 19% dei cittadini dona, in Italia il 30%, in Germania il 33%, in Francia il 49%, nel Regno Unito il 55%, in Svezia il 64%, in Svizzera il 70%, in Polonia il 70% e in Olanda l’85%. Questo dimostra che senza campagne di sensibilizzazione, senza organismi di controllo (i c.d. charity navigator) o di certificazione, senza trasparenza, senza gestione efficace ed efficiente delle donazioni, difficilmente i donatori continueranno ad aumentare in paesi dove il tasso è davvero basso: l’Italia e la Spagna.
Molti donatori in Europa cominciano ad utilizzare l’online, specialmente nella fascia giovanile. In alcuni stati i pagamenti ormai si fanno solo con carta di credito e il contante sta sparendo (Olanda in primis). Questo vorrà dire che le organizzazioni, specialmente quelle piccole, dovranno adeguarsi velocemente. Gli strumenti ci sono e spesso sono poco costosi.
Molti hanno segnalato le difficoltà interne ai consigli direttivi delle associazioni. Se il consiglio funziona male, comunica male, non si aggiorna, non delega, niente potrà cambiare all’interno dell’associazione.
Mi ha colpito una frase di Julian Corner: la leadership nel Nonprofit funziona se è collaborativa e se lo è a tutti i livelli organizzativi. Purtroppo, è quasi sempre il contrario.