Giovedì 28 marzo, a Palermo, nelle sale del Museo Archeologico Regionale Antonino Salinas, è stato presentato il volume “L’inestimabile valore: arketing e fundraising per il patrimonio culturale” scritto da Gabriele Granato e Raffaele Picilli. La presentazione è stata promossa dal Museo Salinas e dalla presidenza di CoopCulture Sicilia.
Palermo è una delle indiscusse capitali della Cultura del nostro Paese e il Museo Archeologico di Palermo, già Museo Nazionale dedicato oggi ad Antonino Salinas, è la più importante e antica istituzione pubblica museale della Sicilia. Nessun luogo era più adatto per parlare di comunicazione, marketing e fundraising a sostegno del patrimonio culturale italiano.
La discussione è partita dall’affermazione che gli enti pubblici e privati e le organizzazioni nonprofit che gestiscono il patrimonio culturale italiano, attualmente, hanno la necessità di trovare nuovi modelli di sostenibilità.
Per quando siano presenti tesori dall’inestimabile valore, in Italia manca la capacità di messa a reddito della nostra “storia”.
L’utilizzo delle tecniche e delle strategie di fundraising hanno dimostrato e continuano a dimostrare che il patrimonio culturale può essere sostenuto non soltanto da fondi pubblici. Fondi pubblici che continuano ad essere ridotti e che spesso servono solo a coprire le spese per l’ordinaria amministrazione.
Limitare, in un Paese come l’Italia, le entrate di un museo, di un castello, di un palazzo storico o di un parco archeologico ai soli biglietti di ingresso è un errore gravissimo. Uno spreco che ci consentiamo perchè manca la cultura del fundraising.
Paradossalmente, in paesi dove l’offerta culturale è minore rispetto alla nostra, le Istitutizioni riescono ad ottenere dal fundraising entrate significative. Maggiori entrate vuol dire maggiori investimenti e quindi maggior visibilità, maggiori ingressi, maggior interesse da parte di sponsor e di donatori.
In Italia, i pochi Enti Pubblici che hanno iniziato ad utilizzare il fundraising hanno visto crescere, e di molto, le proprie entrate. Purtroppo, questi casi positivi restano isolati perchè l’idea che il fundraising sia solo sponsorizzazioni o semplice raccolta fondi una tantum è diffusa e praticata.
Si contano sulle dita di una mano i musei del MIBACT che hanno aperto un proprio ufficio fundraising e marketing. Chi lo ha fatto, oggi beneficia di un nuovo afflusso di denaro di natura privata. Un flusso di denaro non casuale o temporaneo ma regolare, regolato e legato a progetti o programmi specifici.
Per esempio, oggi il Parco Archeologico di Paestum è tra i pochissimi musei pubblici a proporre differenti programmi di membership per donatori. Lo stesso Parco offre una piattaforma diversificata per sponsorizzazioni, partnership, collaborazioni, sponsorizzazioni e donazioni. Non manca, poi, il supporto di un’associazione privata di “amici del museo” che integrano le possibilità di sostegno o di partecipazione attiva di volontari. Il tutto comunicato regolarmente attraverso sistemi avanzati che consentono una cura sartoriale dei donatori.
Il fundraising è il futuro del patrimonio culturale italiano. Il nostro impegno deve essere quello di trasportare il futuro nel presente.
Per approfondimenti: L’inestimabile valore: marketing e fundriasing per il patrimonio culturale. Gabriele Granato e Raffaele Picilli. Rubbettino Editore, 2019.