Il fundraising e il coronavirus

 

Incertezza. Nulla è peggiore dell’incertezza.

Chi oggi è pronto con il lancio delle campagne di fundraising per Pasqua è a un bivio: cancellare tutto o andare avanti? Ci saranno volontari disponibili a scendere in piazza? Riusciremo a trovare donatori disposti ad acquistare uova di Pasqua? Firmo l’ordine per i gadget o rimando a fine mese?

Tantissime organizzazioni di volontariato si sono fermate in attesa di capire cosa fare. I lavoratori del Terzo Settore, dipendenti o consulenti, non vivono certo ore spensierate.

Eppure, bisogna andare avanti perché ci si ferma è perduto. Bisogna investire e utilizzare il tempo a disposizione per migliorarsi e anche per immaginare nuovi servizi e modalità di approccio ai donatori e ai volontari. Dobbiamo cambiare e deve cambiare anche il fundraising.

  • Le riunioni possono farsi online. Ci sono molte piattaforme che offrono questo servizio gratis. Non serve sempre un pc, può bastare anche uno smartphone
  • Usiamo di più il telefono: proviamo a chiamare i volontari e i donatori, anche se non l’abbiamo mai fatto. Forse molti sono soli a casa e due chiacchiere gli faranno piacere
  • Scriviamo ai nostri donatori e ai nostri volontari, facciamogli sapere che stiamo pensando a loro. Diamogli consigli pratici su cosa fare rispetto a questa emergenza e raccontiamogli cosa l’associazione sta facendo
  • Offriamo pillole di informazione online: brevi filmati, tutorial, ecc. Non serve essere bravi registi!
  • Creiamo eventi online per i nostri donatori e i nostri volontari
  • programmiamo la ripresa delle attività: prima o poi questa situazione finirà e bisognerà ripartire più forti e determinati di prima
  • cogliamo l’opportunità e rendiamo l’ora buia nell’alba del cambiamento