Riporto l’articolo di Maria Siano pubblicato su online La Red Laredazione.eu.
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Le raccolte fondi su internet. Come donare evitando di essere truffati. Il commento del fundraiser Raffaele Picilli.
Medici, infermieri, malati. Ambulanze che arrivano. Porte che si aprono e chiudono. Cosa sono gli ospedali ora, lo sanno solo coloro che ci vivono ventiquatto ore al giorno.
Dottori e personale sanitario pronto a curare e pazienti che aspettano speranzosi di guarire.
Di mezzo le tante difficoltà quotidiane e le corse contro il tempo tra ospedali che si attrezzano, la curva dei contagiati che cresce e la popolazione che aspetta di sapere che il peggio è passato, seguendo ora per ora lo stato della situazione.
In mezzo a tanto rumore compaiono decine di raccolte fondi come questa segnalata come truffa sulla pagina facebook sia del “San Raffaele” che su quella della Polizia di Stato.
Un invito a donare per una struttura ospedaliera milanese che sta ampliando il reparto di terapia intensiva. Un elenco delle cose che servono e l’intento di donare quanto raccolto ai medici per rafforzare il sistema ospedale.
Nulla di vero. È una truffa denunciata alla polizia postale.
Ognuno vorrebbe fare la sua parte e rispondere d’impeto alle richieste di solidarietà a sostegno delle strutture sanitarie da settimane in prima linea, ma non doniamo a chi chiede soldi senza presentarsi, senza dire chi è e cosa fa. I truffatori mirano al nostro buon cuore.
Fa la differenza in termini comunicativi un buon sito internet che racconta l’iniziativa o l’organizzazione, i soggetti responsabili della raccolta e un dettagliato elenco degli obiettivi che si vogliono raggiungere. Andiamo oltrei semplici post pubblicati sui social e cerchiamo di capire dove vanno i nostri soldi. Una buona raccolta fondi non si fa con un semplice invito, ma racconta obiettivi e risultati.
In questo caso possiamo fare riferimento anche alle nostre aziende sanitarie, andiamo sul sito e cerchiamo la sezione dedicata alle raccolte fondi, non tutti potrebbero averla, ma cerchiamo e se non la troviamo proviamo a contattarli telefonicamente.
“È importante sostenere chi è impegnato in questa battaglia ma il buon cuore non basta” dichiara Raffaele Picilli, fundraiser e presidente di EUconsult Italia, “serve anche cervello. Grazie ad internet, in pochi minuti, è possibile fare un controllo incrociato. Nel nostro Paese, alcuni ospedali e aziende ospedaliere hanno i loro uffici fundraising e quindi sono già ben organizzati nella richiesta e gestione delle donazioni. Il mio consiglio è di donare, di donare sempre indipendentemente da questa triste situazione, ma di farlo in modo consapevole e attento.”
Se pensate che sia troppo faticoso cercare notizie, sappiate che sul vostro entusiasmo qualcuno potrebbe costruire cattive intenzioni, e se proprio vi siete stancati, ricordate che anche voi potete fare la vostra parte con un semplice claim, annuncio, slogan, hashtag: #iorestoacasa La sanità pubblica vi ringrazierà per il sano gesto di responsabilità.