L’arrivo del Corona Virus sta cambiando la vita lavorativa di persone, aziende ed organizzazioni.
Un consulente, ed in particolare, un fundraiser, oggi si trova a doversi adattare a scenari che si modificano continuamente. Cosa fare? Qualche suggerimento:
- La prima cosa è non dimenticare quello che è successo e sta succedendo. Una volta passata la crisi, prepararsi a situazioni simili nel prossimo futuro. Il Corona Virus ci ha insegnato che tutto può succedere, anche quello che per tanti anni abbiamo solo visto nei film;
- Creare un piano per affrontare l’emergenza. Questo vuol dire, per esempio, includere già nei prossimi contratti di consulenza la possibilità di organizzare riunioni in remoto, oppure “congelare” per brevi periodi i contratti;
- Investire: formazione, relazioni, contatti, fare rete, studiare, analizzare. Il tempo va utilizzato nel modo migliore, anche per organizzare quel lavoro che prima, per mille motivi diversi, non si era mai riuscito a terminare;
- Da domani sarà fondamentale supportare il cliente nella pianificare di azioni da attuare in futuri casi di emergenza: cosa comunicare a donatori e volontari, come organizzare gli incontri, la formazione e che tipo di raccolta fondi attivare. Se l’organizzazione si trova in crisi e non sa come affrontare quella crisi, potrebbe mettere in discussione il contratto di consulenza;
- Purtroppo, le consulenze sono le prime ad essere tagliate quando ci sono problemi di cassa. Quando il cliente lamenta mancanza di liquidità dovuta ad una crisi o emergenza, meglio cercare un compromesso, una via di mezzo per farsi riconoscere le proprie spettanze. Per esempio, una parte del compenso saldato subito e l’altra dopo un certo numero di mesi.