Una mia personale riflessione sul fundraising.
“Chi non sa, insegna“. Nel mondo del #fundraising italiano è molto comune che ci si improvvisi esperti di fundraising. Per alcuni basta un corso di formazione di due giorni, per altri aver letto un libro, per altri ancora “credere” di averlo sempre fatto il #fundraiser perché, in fondo, organizzava tombole e pesche di beneficenza all’oratorio. Una sorta di “acquisizione” del titolo per meriti sul campo o per autoinvestitura.
A mio avviso, parte tutto dal cattivo esempio, dalla mancanza di regole, dall’assenza di etica e di professionalità. Chi ha ancora voglia di fare la gavetta è un santo! Molti anni fa, quando avevamo in tanti all’inizio del nostro percorso lavorativo, dovevamo fare di più e meglio per mettere paletti stabili e tutelare la nostra professione e la nostra professionalità.
Però forse sbaglio io e va bene anche così. Alla fine uno che cucina discretamente può anche definirsi un grande chef e metterlo sui biglietti da visita…il problema è che quando userà il sale al posto dello zucchero, saranno altri a sputare.