Qualche giorno fa sono stati pubblicati una serie di dati sulle donazioni in Italia. Le ricerche arrivano da società diverse (DOXA, Istituto Italiano della Donazione, Walden Lab, ISTAT). L’Istituto Italiano della Donazione ha offerto un quadro di insieme per meglio fotografare la situazione delle donazioni.
Secondo i dati Istat relativi al 2021, la quota di persone che dichiaravano di aver donato risorse economiche alle associazioni ha registrato un netto un calo di 2,3 punti percentuali, arrivando a toccare quota 12% dopo il lieve aumento (dal 13,4% al 14,3%) del 2020. Buone notizie invece dalla sfera delle donazioni informali: il denaro che non transita dalle organizzazioni non profit, secondo i dati rilevati da DOXA, ha invertito la tendenza per le principali tipologie. Aumenta di tre punti percentuali la quota di coloro che hanno effettuato almeno una donazione di questo tipo (che cresce dal 33 al 36%). Questa inversione potrebbe essere causata da una ripresa della socialità dopo i mesi del lockdown, ma è ancora lontana dalla quota del 41% che veniva registrata nel 2019. Sempre secondo i dati DOXA, diminuisce di tre punti percentuali (dal 64% al 61%) la quota di coloro che dichiarano di non avere fatto alcun tipo di donazione con un incremento speculare (dal 15% al 18%) di coloro che hanno effettuato una donazione soltanto informale, mentre rimangono stabili gli altri due sotto-insiemi, quello dei donatori sia a ONP che informali (al 18%) e quello dei donatori soltanto a ONP (al 3%).
Se la quota di persone che donano è ancora lontana dai livelli pre-pandemici, segnali positivi arrivano invece dalle organizzazioni non profit: l’indagine 2022 curata dall’Istituto Italiano della Donazione sull’andamento delle raccolte fondi registra un incremento del 12% rispetto al 2020 delle ONP che migliorano arrivando al 33% a fronte di una diminuzione del 13% rispetto all’anno precedente di ONP che peggiorano arrivando al 39%. Risultati ancora più positivi per le entrate da raccolta fondi, in questo caso le ONP che migliorano fanno un balzo di 21 punti percentuali passando dal 25% del 2020 al 46% del 2021. (fonte comunicato stampa IID).
Di seguito, alcuni punti su cui, a mio avviso, è importate riflettere per cercare di comprendere quali potranno essere le strategie di fundraising da attuare:
- Il donatore più generoso ha più di 45 anni, 45-64anni = 40%, +65 anni= 28%
- I donatori non occupati rappresentano il 43%
- La propensione al dono è collegata al livello culturale della persona. Più è altro, più il donatore è generoso
- La propensione al dono è collegata alla capacità di fidarsi dell’altro
- Fondamentale l’elemento reputazionale dell’organizzazione
- Le donazioni da individui sono al 74%, il 5×1000 al 25%
- Le aziende nel 2021 hanno donato leggermente di più rispetto al 2020
- C’è un calo di donazioni attraverso i social network
- Sale l’uso delle lotterie dal 2 al 6%
- Per chi le ha sapute utilizzare, le donazioni online sono aumentate
- Solo il 17,1% dei contribuenti dona il 5×1000
- Le cause preferite per le donazioni sono: ricerca medico scientifica 49%, povertà 20%
- Criteri di scelta nelle donazioni: fiducia 61%, progetti che condivido 35%, problemi che conosco personalmente 28%, garanzie su come viene utilizzato il denaro donato 28%, conosco chi lavora nell’organizzazione 16%
- “Perché non si dona?” “Non ho fiducia nell’organizzazione 25%, non ho soldi 12%, faccio già volontariato 2%”
- Per stabilizzare il dono viene suggerito di: rafforzare il senso di efficacia, comunicare in maniera chiara, essere pienamente affidabili. Utilizzare trasparenza, efficienza, concretezza. Dimostrare di aver raggiunto, in tempi non troppo lunghi, risultati importanti
- In Italia ci sono oltre 5 milioni di volontari, con una percentuale più alta al Nord. Per il 2021 si è registrato un lieve decremento.
Comparando i risultati delle varie ricerche, appare chiaro che anche il fare volontariato sta incontrando difficoltà: “Era rimasta quasi stabile nel corso dell’emergenza Covid nel 2020, ma nel 2021 ha subito un contraccolpo inedito. La pratica volontaria dei cittadini ha visto infatti nel 2021 un trend particolarmente negativo. La contrazione dell’attività di volontariato misurata dall’Istat, e già riportata ad aprile con la pubblicazione dei dati più rilevanti all’interno del Rapporto Bes 2021, è stata di 2,5 punti percentuali rispetto al 2020. Se nel 2019 era stata del 9,8% la quota di persone che avevano svolto volontariato, calata al 9,2% nel 2020, il 2021 ha registrato un crollo di quasi due punti percentuali, assestandosi al 7,3%. Anche l’attività gratuita non in associazioni di volontariato ha registrato una battuta d’arresto nel 2021, passando al 2,1% dal 3% del 2020. Il calo riguarda tutte le aree geografiche, ma è più accentuato al Nord dove peraltro erano e rimangono più alti i livelli di impegno volontario delle persone. Trasversale la diminuzione anche per genere ed età, anche se è più accentuata tra le femmine e tra i giovani di 14-19 anni (-4,6 punti percentuali) e 60-64enni (-3,5 punti percentuali).”(fonte IID)